Sono molti i libri che raccontano la storia di musicisti, compositori e virtuosi, ma pochissimi quelli che citano le donne note del settore. Il motivo principale è che le musiciste e le compositrici difficilmente hanno trovato spazio nella storia. Eppure, nei secoli, sono state parecchie a dare un grande contributo allo sviluppo della cultura musicale.
In passato solo l’entrata in convento e l’appartenenza ad un ceto elevato consentivano ad una donna di ricevere un’educazione musicale necessaria per maturare una pratica in questo ambito.

“Le invisibili Signore della Musica” di Anna Rollando, Graphofeel Edizioni

Quindi non si trattava di un problema di attitudini o capacità, ma di possibilità di accesso ad un contesto culturale negato alla donna, rimasta prigioniera nel suo storico ruolo dell’ambito delle cure familiari, soggetta a una cultura maschile.
In genere alle donne era permesso dedicarsi alla musica solo a livello amatoriale: ad eccezione di quella di cantante, fu negato loro per lungo tempo la possibilità di approfondire la carriera musicale e se veniva concessa era solo all’interno di un contesto circoscritto e presidiato dagli uomini.
In realtà le donne musiciste ci sono sempre state, ognuna con il proprio talento, ma decise a non soccombere a una società che spesso le voleva “invisibili”. Le donne attive nel campo della musica colta dell’Europa occidentale sono sempre esistite condividendo linguaggi e teorie con i colleghi uomini.
Soprattutto a partire dal Novecento, il numero delle compositrici e il valore della loro musica è aumentato considerevolmente, anche se si continuava a pensare che fosse indecoroso il fatto che una donna potesse comporre musica. Quindi, se essere donna creatrice di suoni è antichissima consuetudine, non altrettanto consueto è stato il riconoscimento nella storiografia ufficiale. Ancora oggi, ad esempio, l’esecuzione delle donne all’interno dei circuiti dei programmi concertistici non è così consueta, tanto che spesso la si sottolinea come un evento particolare: pratica encomiabile, ma sarebbe auspicabile un utilizzo più sistematico e consistente del prodotto musicale al femminile al fine di rendere la loro conoscenza più diffusa.
Fortunatamente la ricerca e l’attività di alcuni studiosi si sono concentrate  sulla componente femminile della musica: la Fondazione Adkins Chiti “Donne in Musica”, un’organizzazione membro dell’UNESCO attiva dal 1978, continua a lavorare affinché la storia delle donne sia inclusa nei programmi scolastici e universitari e per diffondere l’arte delle compositrici di ieri e di oggi. La Fondazione ha costruito una banca dati che annovera centinaia di nomi soltanto tra le compositrici europee contemporanee.
Anna Rollando in questo libro raccoglie i profili e la biografia di alcune delle donne virtuose e compositrici della storia della musica al femminile: alcune  rimaste all’ombra di noti musicisti come Mozart, Mendelsshon e Schumann; emerge come molte altre risiedessero a Venezia, appartenenti soprattutto al periodo della Repubblica della Serenissima: Barbara Strozzi, Antonia Bembo, Maddalena Laura Lombardini, Anna Bon, Anna Maria del Violin e altre apprezzate ed invitate a corti ed eventi in tutta Europa. Nel libro sono presenti anche i percorsi di Ethel Smyth la suffragetta, di Florence Price compositrice di colore, le difficoltà di Germaine Talleferre e molte altre.

Anna Rollando è una violista diplomata al Conservatorio G. Verdi di Milano: è una concertista classica e pop, ha suonato in centinaia di performance con numerose ed eterogenee formazioni: da Rondò Veneziano al Teatro dell’Opera di Roma, da Massimo Ranieri a Ennio Morricone. Laureata in Scienze della Comunicazione, si interessa di didattica musicale e della creazione di eventi musicali. Ha collaborato in qualità di musicista e curatrice a numerose produzioni Rai e Mediaset. Ha già pubblicato: Applaudire con i piedi. Segreti e curiosotà della musica colta (2018) e Applaudire con i piedi 2. Il difficile e meraviglioso mestiere della musica (2019).