Si è conclusa con successo e con confortanti notizie provenienti dal Parlamento Europeo l’iniziativa della petizione a tutela dell’Arte Cordaia che nello scorso novembre era stata indirizzata all’Unione Europea e diffusa online.
Quest’attività artigianale di nicchia si avvale, per la sua produzione, di “serosa bovina” , un collagene estratto dall’intestino dei bovini.
Grazie all’interessamento degli onorevoli Rinaldi e Berlato, la petizione si è concretizzata in due interrogazioni parlamentari che, insieme alla cassa di risonanza della stampa e all’azione di importanti personalità della Musica Antica, hanno ottenuto l’effetto di catturare l’attenzione di alti funzionari dell’Unione Europea, in particolare del Dipartimento Alimentazione e Salute Animale.
Ricordo ai lettori che negli anni ’90, a seguito dello scandalo legato alla sindrome da BSE (encefalopatia spongiforme), erano state emanate severe normative europee a tutela della salute dei cittadini causando il fallimento di decine di aziende italiane ed europee del settore che non sono state più in grado di garantire la materia prima per la fattura delle corde.
Un settore economico dall’alto contenuto artistico è rimasto bloccato per quasi vent’anni…
Si è stati molto vicini alla prospettiva di un danno dal duplice aspetto: da una parte la situazione legislativa vigente che danneggiava un settore economico in costante crescita nonostante la crisi nazionale e globale, dall’altra il rischio di un ingente danno culturale, rendendosi seppur passivamente complice della sparizione di un mestiere tradizionale ad altissimo contenuto artistico poiché strettamente legato alla cultura della Musica Antica.
Ma l’evento scatenante che ha messo a conoscenza del fatto i cittadini è stata la notizia diffusa dal Maestro Cordaio Mimmo Peruffo il quale, il 14 novembre scorso, ha annunciato la chiusura della sua azienda Aquila Corde Armoniche srl di Caldogno.
Da qui sono nate la protesta, la richiesta e la petizione rivolte ai settori preposti della Commissione Europea; moltissimi i cittadini, i musicisti e gli estimatori dell’arte cordiera che hanno sottoscritto, permettendo così di evitare l’estinzione della tradizione cordaia.
La richiesta è stata accolta in prima battuta dal Ministero della Salute in Italia il quale permette agli artigiani di importare da stati europei ed extraeuropei le materie prime ed inoltre aprirà alla possibilità di utilizzare il budello vaccino italiano.
Nei giorni successivi, grazie al contatto con i legislatori direttamente interessati, si sono potuti ottenere solidi e definitivi puntelli che rappresentano il primo riconoscimento dell’esistenza della categoria dei Cordai a livello europeo e la prima tutela legislativa del loro lavoro.
In estrema sintesi i contenuti dei provvedimenti prevedono l’armonizzazione delle regole che disciplinano lo scambio e/o l’importazione di materia prima per i cordai (budello bovino in strisce salate) all’interno e all’esterno della Comunità Europea.
La petizione europea si è chiusa il 13 dicembre con 2584 firme raccolte.
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