Il 9 maggio uscirà “We Were Trees”, il nuovo album di Giovanni Sollima per SonyBmg.
Mercoledi’ 7 maggio, a Milano presso La Feltrinelli Libri e Musica in Piazza Piemonte 2, alle ore 18.30 Giovanni Sollima presenterà dal vivo il CD “We were trees” e poi assieme ad Alessandro Gandola il CD “Astrolabioanima”.
Sollima in questo periodo comparirà nella doppia veste di attore e compositore: protagonista assoluto nel video “Daydream” di Lasse Gjertsen (1.000.000 di views in YouTube) e in un brano della colonna sonora di “Palermo Shooting” di Wim Wenders, entrambi a metà maggio al Festival di Cannes.
Giovanni Sollima, nella duplice veste di violoncellista e compositore, si muove a suo agio tra i grandi della classica – le ultime commissioni gli arrivano da Yo-Yo Ma e da Riccardo Muti per Ravenna Festival 2008, (il 22 giugno con l’Orchestra Giovanile Cherubini diretta allo stesso Muti). – così come tra le rock star con cui collabora, Patti Smith per fare un solo nome.
Appare quindi quale autore ed interprete nel nuovo CD “We Were Trees”, che raccoglie quattro “racconti” formati da 13 brani musicali.
Dal celeberrimo Violoncelles, vibrez!, un brano composto nel ’93, eseguito in tutto il mondo dai più grandi interpreti e utilizzato anche nei contesti più disparati: colonne sonore, lavori di danza, documentari di ogni genere, remixato da DJ… a L.B. Files, Yet Can I Hear nato da un’improvvisazione con Patti Smith, Tree Raga Song e infine When We Were Trees.
Suoi compagni nella nuova incisione, oltre a Patti Smith, la violoncellista Monika Leskovar e il gruppo berlinese Solistenensemble Kaleidoskop.
Ma Sollima ha anche un forte feeling con grandi coreografi (Carlson, Armitage), registi teatrali (Wilson, Stein) e cinematografici, tra i quali Giordana (I cento passi, La meglio gioventù e Greenaway (Nightwatching) , ed ha creato ed eseguito un suo brano per la colonna sonora di Palermo Shooting, il prossimo film di Wim Wenders, nel quale sarà anche attore.
Sollima recita e suona anche nel cortometraggio Sogno ad occhi aperti/Daydream, scritto e diretto dal norvegese Lasse Gjertsen, astro nascente della nuova cinematografia digitale e vera star di YouTube, nell’ambito del quale questo video sta per toccare il milione di views. Soundtrack di Daydream è l’ormai celebre Terra Aria, contenuto nel primo cd Sony di Sollima: “Works”.
Il 22 giugno l’Orchestra Giovanile Cherubini diretta allo stesso Riccardo Muti eseguirà una Cantata commissionata da Ravenna Festival 2008. Chiara Muti ne sarà la voce. La Cantata contiene parti in siciliano antico, nella lingua neogreca di Piana degli Albanesi, e parlerà di sante e di streghe, di Messe ortodosse, di roghi e di Santo Uffizio.
Altro prossimo impegno: la composizione di un brano per Yo-Yo Ma, che il celebre violoncellista eseguirà con il suo gruppo Silk Road Project.
Così lo stesso Sollima descrive il suo secondo album per SonyBmg e i brani in esso contenuti:
“Gli archi, almeno per come li sento, hanno la forza evocativa dell’aria, del fuoco, del calore, del gelo e del respiro a pieni polmoni. Quattro racconti, ognuno diviso in più sezioni.
“Violoncelles, vibrez!” l’ho scritto pensando ad Antonio Janigro, il mio Maestro, riguardando una sua foto in cui mi, o (c’era anche Mario Brunello) ci “invita” a “vibrare” e a non dimenticare di farlo, intensamente o sussurrando… Ma parlava di un vibrato non tecnico, forse solo in parte realmente musicale… E’ una melodia, anzi un brandello di melodia che i due violoncelli solisti, in simbiosi, intrecciano fra loro. Graduale, lento, si arrampica in alto, poi scende, sale ancora, resta sospeso… E’ un brano dalla forma ad “albero”, come altri in questo progetto, ramificato e in continuo crescendo. Pensavo fosse di una semplicità disarmante. O imbarazzante.
“L.B. Files” è del 2005, l’ho composto per eseguirlo al Cello Festival di Kronberg, quell’anno dedicato a Luigi Boccherini.
Nel brano seguo una semplice forma narrativa, come fosse una micro sceneggiatura o un racconto.
La vita di Boccherini, italiano di Lucca che emigra in Spagna e che termina i suoi giorni nel buio e nella povertà più assoluta.
Di lui mi piace la curiosità sfrenata e l’abilità nell’adottare e mescolare forme, tecniche e stili contrastanti (dal Flamenco alla Zarzuela, dal Fandango ai suoni aspri sul ponticello alle imitazioni degli uccelli, ecc). L.B. Files è articolato in quattro movimenti danzanti (io Boccherini l’ho sempre visto come un violoncellista danzante) e con un sottile eros (il Fandango è costruito su una sua linea di basso) come sottile è lo stesso testo di Casanova. Nell’ultimo movimento lo immagino tornare dopo qualche centinaio di anni dal Senegal…
Con Patti Smith ci siamo trovati a Milano -, avevamo già suonato insieme a Palermo e a Roma – era un pomeriggio afoso, uno di quelli in cui il corpo rallenta e il cervello anche… credo fosse domenica. “Yet Can I Hear” non è altro che un’improvvisazione su un’esilissima traccia musicale estrapolata da un movimento di When We Were Trees.
“Tree Raga Song”, dedicato a Monika Leskovar, ha una libera concezione della forma – tra Song e Raga. Vuole seguire la vita degli alberi durante il giorno o seguire la mattina, il legno, il temporale, la notte…ho pensato alla grande magnolia con gambe e braccia e facce così umane che stupì Monika quando la vide a Palermo a Villa Garibaldi…Tree Raga Song è una piccola storia, non una decrizione naturalistica dell’albero, una storia che collega gli alberi all’essere umano…
Ho pensato al frammento scritto 1913 da Willa Cather (1873-1947): “I like trees because they seem more resigned to the way they have to live than other things do”,“Amo gli alberi perché sembrano i più rassegnati alla maniera in cui devono vivere”.
L’anno scorso ho avuto la sensazione che lo stesso albero di Tree Raga Song mi spingesse a scrivere When We Were Trees, era aprile o maggio, già molto caldo a Palermo, il ficus con la sua strana energia e i suoi lunghi rami o radici aeree toccava (e tocca) i balconi di casa mia.
In realtà non è soltanto la mia città o quell’albero a risuonare nei sei movimenti, ho pensato a Stradivari aggirarsi nella foresta di Paneveggio, o foresta dei violini, a sentire il legno e gli alberi più adatti e “risonanti” per i suoi strumenti.
Ho pensato a un architetto africano che fa case sugli alberi (ma oggi sono in tanti a farlo e non riesco più a ritrovare il suo nome…).
Però anche Jung aveva una casa sull’albero.
“The Dangerous Prevalence of Imagination”. Qualcuno mi ha detto che verso la fine dell’800, per iniziativa di un nobile siciliano, le foglie di ficus venivano affrancate e spedite…mi fa pensare ad una di quelle immagini che ho voluto evocare in Ellis Island (una mia opera del 2001), chissà se anche in questo caso erano i parenti degli emigrati a mandare foglie affrancate… Leaves Postcards.
“Nyagrodha” in sanscrito significa “che cresce verso il basso” ma in realtà ho pensato a più cose… ho pensato alla stessa piazza dove abito, in passato teatro di cupi eventi, dalla Santa Inquisizione che incarcerava e mandava al rogo eretici e donne in odor di stregoneria all’assassinio, avvenuto nel 1909, del poliziotto italo-americano Joe Petrosino (uno di quei personaggi le cui gesta sono state raccontate perfino nei fumetti e nelle raccolte di figurine).
La melodia di Nyagrodha suona molto antica. Ho pensato a Vivaldi, uno che vedeva le cose, le metteva in musica e le raccontava suonando.
Ogni tanto, quando ero piccolo, suonavo sopra le registrazioni dei suoi pezzi (tipo karaoke…), concerti per violino o flauto o non ricordo per cosa, a volte, a musica terminata, continuavo improvvisando…”
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Sonybmg: Delfina Cribiori 028536370 – Nadia Rosciano 066650151
Ufficio Stampa Casa Musicale Sonzogno: Evelina de Stefani e Maruzza Loria
Cell. 3497880846 – 3355278021
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