La maestosa Foresta dei Violini a Paneveggio in Val di Fiemme nelle Dolomiti, ai piedi delle Pale di San Martino, un vasto bosco di abete rosso (Picea abies excelsa) con piante secolari che raggiungono i 40 metri di altezza, custodisce l’antico segreto dei maestri liutai cremonesi.
Un sito incantevole inserito in uno scenario dolomitico unico che ci racconta come Antonio Stradivari si aggirasse nella foresta alla ricerca degli abeti di risonanza della famiglia degli abeti rossi, quelli più idonei alla costruzione dei suoi violini.
Naturalmente si tratta di leggende locali ma è comprovato che Stradivari e Amati usassero gli alberi di Paneveggio per i loro strumenti.
Gli alberi scelti venivano tagliati e gettati nei torrenti in cui erano state costruite dighe artificiali in modo da provocare un “gonfiamento” della pressione a monte; quando le dighe venivano rotte, la corrente trascinava i tronchi fino a valle.
Il fiume Adige trasportava il legno fino a Venezia dove, poi, veniva venduto.
Il legno dell’abete rosso è particolarmente elastico, trasmette bene il suono e i suoi canali linfatici fungono da minuscole canne d’organo che creano risonanza.
Altre teorie confermano che il legno dell’abete rosso ha la capacità di propagare le onde sonore in modo armonioso, grazie all’assenza di nodi e di fratture, alla compattezza e uniformità, ma soprattutto ad una peculiarità degli anelli annuali di accrescimento del fusto, chiamate in gergo “maschiature”.
Questa specie di alberi cresce non solo in Trentino: se ne trovano piccole isole anche in Cadore, nell’Agordino, a Tarvisio e in piccole aree della Boemia, Moravia, Germania, Polonia e Russia, ma la zona più vasta e famosa è senza alcun dubbio la Foresta di Paneveggio.
Gli abeti selezionati per questo utilizzo hanno più di duecento anni e la loro individuazione richiede abilità ed esperienza; ancora oggi molti liutai giungono in questa foresta nei mesi invernali per scegliere la loro pianta.
Non a caso, in questa valle esistono storiche aziende produttrici di pianoforti e strumenti musicali che da sempre utilizzano questo legno speciale per le loro casse armoniche.
La Comunità di Fiemme, che gestisce gran parte del patrimonio forestale locale, ha da tempo investito nella certificazione del legno e della corretta gestione della foresta; per sottolineare il legame simbolico tra il bosco e la musica, all’interno di una cerimonia, dedica ogni anno i migliori abeti di risonanza a musicisti che hanno contribuito a far conoscere questo pregiato legname.
Il Maestro Uto Ughi, per primo, durante una passeggiata tra gli abeti, mentre eseguiva alcuni brani coi suoi Stradivari e Guarneri, ascoltando le vibrazioni della musica amplificate dalle fibre di un abete vicino, ha esclamato: “E’ questo!”.
Così è stata piantata accanto all’albero una tabella con la scritta “Noi abeti di questo bosco abbiamo potuto esprimere armonie e intense vibrazioni grazie al suo cuore e alla sua magia. Grazie maestro Ughi”.
La cerimonia si è ripetuta col violoncellista veneto Mario Brunello, arrivato nella foresta reduce da un’Alba sulle Dolomiti, un concerto seguito da oltre un migliaio di spettatori.
Brunello, lasciandosi guidare dai suoni del bosco, ha appoggiato il violoncello sulla base di una radice e ha cominciato a suonare; così ha scelto il “suo” abete, accanto al quale è stata posta la scritta “La natura ci ha voluti così. La genialità dell’uomo ha scoperto la nostra vitalità sonora, la sua classe trasforma questa sonorità in emozioni forti”.
Il violinista inglese Daniel Hope ha invece scelto il suo abete nel punto più panoramico della foresta perchè desiderava un albero che fosse esposto al sole dall’alba al tramonto.
Stessa cerimonia per il violinista Giuliano Carmignola nell’edizione dello scorso anno.
Per rendere omaggio a queste foreste straordinarie inserite nella cornice delle Dolomiti – riconosciute lo scorso anno “Patrimonio Universale dell’Umanità” dall’UNESCO – da quindici anni si rinnova una kermesse musicale.
Oggi, alle ore 10, si è inaugurata la XVI edizione della rassegna di musica in alta quota «I Suoni delle Dolomiti».
Il Programma:
http://www.isuonidelledolomiti.it/cms-01.00/articolo.asp?idcms=190&ord=&vis=1
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