“Yehudi Menuhin”
di Alberto Cantù
Zecchini Editore

Dopo il successo dei volumi dedicati ai “Grandi Pianisti”, la “Zecchini Editore” di Varese ha inaugurato l’ attesa collana “Grandi violinisti” con l’uscita del primo volume dedicato al “violino del secolo” Yehudi Menuhin (1916-1999).
“Yehudi Menuhin”, con sottotitolo “L’Orfeo tragico”, porta una firma importante nel mondo della cultura musicale: Alberto Cantù.
L’autore racconta la storia dell’uomo e dell’artista, un enfant prodige nato a New York in una famiglia di musicisti d’origini ebree, che impara ad interpretare un pentagramma prima ancora di saper leggere e scrivere. Yehudi dodicenne affronta nella stessa serata Concerti di Bach, Beethoven e Brahms con la Filarmonica di Berlino, al termine dei quali incontra A. Einstein che gli dice: “Ora so che Dio esiste”; a vent’anni affronta il primo tour mondiale.
Yehudi è il fondatore della Yehudi Menuhin School, della Yehudi Menuhin Academy, ed è un impegnato sostenitore di numerose cause umanitarie.
Un percorso lungo settantanni, ineguagliabile dal punto di vista artistico ed umano, la carriera di un musicista e direttore d’orchestra eclettico, aperto ad ogni genere di influenza musicale come conferma, ad esempio, l’incontro con Nigel Kennedy.
Una carriera comunque costellata da varie crisi che lo colgono a razionalizzare troppo ciò che ha ricevuto in dono, a ritornare su quei processi intuitivi che lo rendevano musicista perfetto e, per questo, a smarrire il virtuosismo naturale dei primi tempi.
Crisi elegantemente esposte da A. Cantù che ricorre ad un paragone efficace: Menuhin come Orfeo, personaggio della mitologia greca che, per essersi voltato a guardare la sua donna Euridice (che simboleggia la Musica) prima di uscire dagli Inferi, rischia di perderla per sempre.
Il testo di 248 pagine è arricchito della discografia e videografia che spaziano dal classico al jazz, alla musica etnica, tutto a cura di Carlo Bellora.

www.zecchini.com

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