Gran finale per il 28° Festival Internazionale di Musica di Portogruaro diretto per il terzo anno consecutivo dal violoncellista Enrico Bronzi: la sera del 31 agosto, sul palco del nuovissimo teatro Luigi Russolo, il violinista russo Sergej Krylov si è esibito nella doppia veste di solista e direttore, assieme ai giovani componenti dell’Accademia dell’Orchestra Mozart, diretta artisticamente da Claudio Abbado.
Cavata leggera e nel contempo energica, suono pulito e intonazione perfetta, un pieno controllo dello strumento che lasciava trasparire un intento espressivo ma senza esagerazioni nel tocco interpretativo; doti non solo tecniche ma anche umane di simpatia, semplicità e capacità comunicative nel relazionare con i giovani orchestrali, hanno completato la sua performance.
Tanto entusiasmo e applausi da parte del pubblico e due bis hanno concluso il programma che ha spaziato da Haydn a De Sarasate, dai Capricci di Paganini, rivisitati da E. Denisov (1929 – 1996), al contemporaneo P. Vasks (1946).

A concerto ultimato Krylov mi ha rilasciato una breve intervista esprimendosi con un perfetto italiano, e d’altra parte risiede a Cremona da 21 anni!
Giunse in Italia con la famiglia in seguito alla decisione del padre, violinista come lui, di frequentare la scuola di liuteria “A. Stradivari” di Cremona, e vi si stabilì definitivamente.
Qui, giovanissimo, conquistò il Primo Premio del Concorso Internazionale “R. Lipizer” di Gorizia e, dopo un periodo di perfezionamento con Salvatore Accardo, vinse il Concorso “A. Stradivari” di Cremona.

La consapevolezza d’essere stato un enfant-prodige (musicista a 5 anni, debuttante con orchestra a 10) ha segnato in qualche modo il suo percorso artistico?

A dire il vero non trovo niente di strano nell’iniziare a studiare musica molto presto, tutto dipende da ciò che si vuole ottenere: se si ha intenzione di intraprendere la strada come professionista è assolutamente naturale e direi d’obbligo cominciare in tenera età; ovviamente i miei genitori, entrambi musicisti, hanno avuto un ruolo importante in questa scelta, studiavo anche cinque ore al giorno, la mamma mi accompagnava al pianoforte.
Ho avuto la fortuna di poter frequentare la più importante scuola di musica dell’Unione Sovietica, la “Scuola Centrale di Musica di Mosca” presso il Conservatorio di Mosca, da cui sono usciti i più grandi musicisti sovietici: programmi di consistenza impressionante, selezioni severissime, una scuola anche estremamente dura e dolorosa ma altamente formativa.

Un’esperienza che avrà lasciato un’impronta indelebile anche sul suo metodo di studio: come si svolge una sua giornata-tipo?
Studio non meno di tre ore al giorno, sono convinto che non sia importante la quantità ma la qualità dell’impegno: il segreto sta nel non studiare troppe ore magari in modo dispersivo, tre ore fatte con concentrazione e convinzione, ovviamente senza tenere conto di pause e intervalli, sono sufficienti per ottenere una valida preparazione.
Posso dirle che nel mio studio quotidiano non inizio con le scale ma affronto direttamente la preparazione per il concerto che mi attende.

Quale repertorio preferisce, c’è un compositore in particolare che ama eseguire?

Mi piace affrontare qualsiasi repertorio, amo tutta la bella musica, penso che ogni compositore abbia dato il massimo che il suo talento, in quelle precise circostanze storiche del periodo in cui è vissuto, potesse esprimere.
Credo che ognuno di loro sia stato grandioso nella propria epoca.

Quale violinista del passato sente più vicino a sé, ha influito sulla sua formazione artistica?

Jascha Heifetz: di lui posseggo tutta la discografia, è l’unico violinista che nel suo modo di suonare racchiude la più vasta gamma di timbri e sonorità.
Ho, poi,avuto la fortuna di incontrare Mstislav Rostropovich, figura fondamentale per me, con il quale, oltre allo scambio professionale, si era creato uno rapporto fatto di amicizia e stima.

Che strumento suona abitualmente?
Per i concerti uso due violini: lo Stradivari “Scotland University” del 1734, appartenente alla collezione Sau-Wing Lam su concessione della Fondazione A. Stradivari di Cremona, oppure, in alternativa, un violino costruito da mio padre nel 1994, appositamente per me.

Quali progetti per il futuro a breve?
Ho in programma diversi concerti in Europa (fra i quali a Colonia e a Parigi) e l’impegno continuativo con la Lithuanian Chamber Orchestra – che quest’anno festeggia 50 anni di attività – di cui sono Direttore Musicale; è un incarico prestigioso che mi porta a Vilnius almeno sei volte l’anno.
All’orizzonte c’è anche un importante progetto discografico di cui però preferisco non parlare finchè non verrà definito nei dettagli.

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